Giornata della legalità nel ricordo di Giovanni Falcone
“Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il proprio dovere.”
Con queste parole di Giovanni Falcone il Segretario generale Michele Capasso ed il Senatore Giuseppe Lumia hanno aperto una giornata di commemorazione e di impegno che ha visto la sede degli Stati Uniti del Mondo e del Museo della Pace protagonista con la partecipazione di tanti giovani.
“Il 1992 – afferma Lumia – fu l’anno più cruento dell’offensiva mafiosa contro le istituzioni dello Stato. La mafia uccide Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due magistrati più attivi nella lotta a Cosa Nostra. Nella strage di Capaci, verificatasi esattamente 32 anni fa, muoiono insieme a Falcone anche la moglie, Francesca Morvillo e i tre uomini della sua scorta, Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro; nella strage di Via D’Amelio a Palermo perdono la vita Borsellino e i cinque della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina”.
“Dal 2000 - dice Capasso - Ogni anno, il 23 maggio, celebriamo la Giornata della legalità, volta alla commemorazione delle vittime di tutte le mafie e di coloro che hanno lottato per la legalità, a volte dando la vita. Obiettivo della Giornata è ricordare a tutti e a tutte che, per una società migliore, occorre combattere ogni giorno, in tutta Italia, contro la mafia. I Vertici antimafia che gli Stati Uniti del Mondo (con la Fondazione Mediterraneo, la Fondazione Caponnetto e l’OMCOM) coorganizzano sono la testimonianza di un’azione concreta per la legalità contro tutte le mafie”.
“Giovanni Falcone - conclude Lumia - è, insieme a Borsellino, il simbolo della lotta dello Stato alla mafia. Falcone è stato un magistrato italiano, un uomo dello Stato che ha dedicato la vita alla lotta alla mafia. Investigatore rigoroso e dall’intuito straordinario, in un’epoca in cui si negava l’esistenza di Cosa nostra ne comprese la pericolosità militare e la capacità di penetrazione in tutti i settori della società. Pioniere di un metodo d’indagine che è diventato modello nel mondo, che vedeva nel lavoro in pool, nell’ormai celebre “segui il denaro” e nella cooperazione giudiziaria internazionale i suoi cardini, ha istruito, insieme al collega Paolo Borsellino, il primo maxiprocesso alle cosche, scardinando il mito di una mafia invincibile.
- Al 2016, il totale stimato delle vittime innocenti uccise dalle mafie (Cosa nostra, Camorra, Ndrangheta, Sacra corona unita) è di 1126.
- Negli ultimi 25 anni, si stima che la ‘ndrangheta abbia ucciso 7 vittime.
- Sono 46 i Paesi del mondo in cui attualmente agisce la Camorra.
- Sono 11, il numero di persone vittime delle due stragi di Capaci e di Via d’Amelio
- Sono 360, le condanne inflitte nel Maxi-Processo alla mafia (celebrato nel 1986-1987) su 475 imputati.
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