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Viaggio apostolico di Papa Francesco a Timor Leste

Una delegazione degli “Stati Uniti del Mondo” ha partecipato ad alcuni momenti del viaggio apostolico di Papa Francesco a Timor Leste.
Queste le parole del Santo Padre:
“Vi ringrazio per la gentile e gioiosa accoglienza in questa bella terra di Timor-Leste; e sono grato al Presidente, Signor José Ramos-Horta, per le cortesi espressioni che mi ha appena rivolto. Qui Asia e Oceania si sfiorano e, in un certo senso, incontrano l’Europa, lontana geograficamente, eppure vicina per il ruolo che essa ha avuto a queste latitudini negli ultimi cinque secoli – non mi riferisco ai pirati olandesi! Dal Portogallo, infatti, nel XVI secolo giunsero i primi missionari domenicani che portarono il Cattolicesimo e la lingua portoghese; e quest’ultima insieme alla lingua tetum sono oggi i due idiomi ufficiali dello Stato.
Il Cristianesimo, nato in Asia, è arrivato a queste propaggini del continente tramite missionari europei, testimoniando la propria vocazione universale e la capacità di armonizzarsi con le più diverse culture, le quali, incontrandosi con il Vangelo, trovano una nuova sintesi più alta e profonda. Il cristianesimo si incultura, assume le culture e i diversi riti orientali, dei diversi popoli. Infatti una delle dimensioni importanti del cristianesimo è l’inculturazione della fede. Ed esso, a sua volta, evangelizza la cultura.
Questo binomio è importante per la vita cristiana: inculturazione della fede ed evangelizzazione della cultura. Non è una fede ideologica, è una fede radicata nella cultura.Questa terra, ornata di montagne, foreste e pianure, circondata da un mare meraviglioso, per quello che ho potuto vedere, ricca di tante cose, di tanti frutti e legname…Con tutto ciò, questa terra ha attraversato nel recente passato una fase dolorosa. Ha conosciuto le convulsioni e le violenze, che spesso si registrano quando un popolo si affaccia alla piena indipendenza e la sua ricerca di autonomia viene negata o contrastata.
Dal 28 novembre 1975 al 20 maggio 2002, cioè dall’indipendenza dichiarata a quella definitivamente restaurata, Timor-Leste ha vissuto gli anni della sua passione e della sua più grande prova. Ha sofferto. Il Paese ha saputo però risorgere, ritrovando un cammino di pace e di apertura a una nuova fase, che vuol essere di sviluppo, di miglioramento delle condizioni di vita, di valorizzazione a tutti i livelli dello splendore incontaminato di questo territorio e delle sue risorse naturali e umane”.
Nei tanti incontri con il clero, i giovani e durante la Santa Messa il Papa ha sottolineato come la povertà sia presente in tante zone rurali, e alla conseguente necessità di un’azione corale di ampio respiro che coinvolga molteplici forze e distinte responsabilità, civili, religiose e sociali, per porvi rimedio e per offrire valide alternative all’emigrazione.
Un richiamo poi alle piaghe sociali, come l’eccessivo uso di alcolici tra i giovani:
“Tutti siamo chiamati ad agire con responsabilità - ha affermato il Papa - per prevenire ogni tipo di abuso e garantire una crescita serena ai nostri ragazzi. Affido Timor-Leste e tutto il suo popolo alla protezione dell’Immacolata Concezione, celeste Patrona invocata con il titolo di Virgem de Aitara. Ella vi accompagni e vi aiuti sempre nella missione di costruire un Paese libero, democratico, solidale e gioioso, dove nessuno si senta escluso ed ognuno possa vivere in pace e dignità. Deus abençoe Timor-Leste!Maromak haraik bênção ba Timor-Lorosa’e!”.

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